Categorie: ristorante
Tags: gamberi, salame, grana, mostarda, raffinatezza
Matamoro - Trattoria da Gianni è un locale che sotto l'aspetto più evidente risulta molto "trendy". Ma non bisogna lasciarsi intimidire dall'ambientazione moderna, quasi minimalistica, con bei tavoli lineari e tovagliette di legno ad incastro, con le pareti colorate e vivacemente arricchite da richiami africani, perché la sua cucina nasconde delle sorprese estremamente interessanti negli abbinamenti azzeccatissimi di tradizione mantovana e influenze esotiche. Da fuori il posto non farebbe pensare ad un ristorante moderno, pulito, e raffinato, situato com'è in un tranquillo vialetto laterale dell'importante arteria che porta a Cremona dal centro di Mantova. Ma già entrando si percepisce la solare accoglienza di Paolo o Thomas, sempre molto disponibili ad accontentare la clientela. Il locale è suddiviso in 3 stanze, con l'ingresso/bar con un paio di tavolini, la sala principale, ed una terza sala antistante l'ingresso della grande toilette, che offre curiosamente una gradevole crema idratante per le mani dopo essersele lavate. In modo molto simpatico, il menù è scritto, oltre che sui comodi libretti serviti al tavolo, anche su due immensi pannelli che decorano quasi interamente la parete di fondo della sala principale. I piatti proposti constano in una abbondante selezione quantitativa e qualitativa di antipasti del territorio, con materie prime eccelse: bocconcini di polenta abbrustolita con "gras pistà" freschissimo e delicato, grana molto buono e mostarda di mele come quella fatta in casa; una croccante giardiniera di verdure miste sott'olio (per nulla acetosa), con un piattone di salame discreto, coppa buonissima e ben stagionata e pancetta di ottimo livello; il tutto sostenuto da vari tipi di bocconicini di pane e grissini fatti in casa gustosissimi. Da non snobbare il buon bianco della casa (apparentemente un Sauvignon), come pure il rosso che non ho avuto modo di identificare precisamente. La lista dei vini è indubbiamente più estesa e ricca, ma non ho mai approfondito particolarmente, se non una sola volta con un favoloso Gewürtz Traminer al calice, che poi è cresciuto ad una bottiglia intera. Già qui, si può immaginare, si potrebbe dire di essere sazi. Ma ne uccide più la gola che la spada, ed ecco altre portate, che segnano un passaggio non netto tra gli antipasti e i primi. Essi spaziano tra mare e terra, con "Gamberoni troppo Thai" le cui code vengono saltate in salsa di soia nel wok con verdure a striscioline e anacardi tostati. O ancora dei croccanti muscoli di capesante allo spiedo avvolti in pancetta su una crema leggerissima di fagioli canellini. Fino a sconfinare nelle più italiane, ruvidissime e gustosissime tagliatelle tirate a mano con un sugo sapido all'anatra. Personalmente, credo che l'offerta del menù sia scandita in maniera tradizionale solo per non stravolgere le idee ai commensali: non sarebbe strano far seguire un antipasto mantovano agli spaghetti al torchio con gamberi interi sgusciati. Devo ammettere di non aver recentemente avuto la forza di proseguire coi secondi, in cui abbondanti tagli di carni pregiate giocano un ruolo non certo marginale. Nei dolci, rigorosamente prodotti al momento per non far inumidire e preservare la friabilità ad esempio delle delle sfoglie di pasta del trancio alla crema, spiccano anche soluzioni non comuni come il semifreddo al gorgonzola... La prenotazione non è strettamente necessaria ma altamente consigliata se non si è in coppia e nel fine settimana. La spesa, intorno a 30 Euro di media è corretta e proporzionata ai piatti, che ripeto essere di notevole fattura e ricercatezza. E' diventato uno dei miei preferiti.
GAMBERI SALAME GRANA MOSTARDA RAFFINATEZZA